Paco Roca - Romics d'Oro 2013

Paco Roca - Romics d'Oro 2013

 

Narratore che disegna e illustratore che racconta, sempre e comunque. Attento a portare in vita personaggi che lasciano intravedere molto più di quel che mostrano. Curioso esploratore di storie che, apparentemente legate a un genere, si aprono verso molte altre prospettive e interpretazioni. Eppure Paco Roca ama presentarsi così: «Mi considero uno di quei privilegiati che sono riusciti a realizzare il loro sogno infantile. Fin da piccolo volevo fare il disegnatore e oggi lavoro sia come illustratore che come fumettista».

Dalla stampa e dalla pubblicità, Paco Roca (Francisco Martínez Roca, Valencia, 1969) entra nel mondo del fumetto lavorando  per la rivista per adulti El Víbora. Dopo Gog, sceneggiato da J.M. Aguilera, nel 2001 pubblica il suo primo graphic novel, Il gioco lugubre (ed. Tunué 2013), un’interpretazione personale e perturbante di uno dei personaggi più noti e apprezzati dell’arte surrealista, Salvador Dalí: la presunta testimonianza di un collaboratore del pittore catalano fornisce il pretesto per rileggere in una chiave nuova alcuni degli elementi distintivi dell’arte del pittore catalano – la follia come metodo di lavoro, l’amore come gioco di potere e pulsione di morte, il sogno come incubo ricorrente – fino ad ottenere un nuovo ritratto dell’artista, la sua metà oscura.

Dopo il mito di Dalí, Paco Roca decide di guardare al mondo di oggi e a uno dei suoi tabù: un’operazione coraggiosa che porta a Rughe (2007, ed. Tunué 2008). La vecchiaia e l’Alzheimer sono una tragedia che provoca dolore e lacrime, ma sono parte della vita e, visto che tocca affrontarli, è bene farlo con dignità, senza rinunciare a ridere. Molti hanno apprezzato questo graphic novel, profondo e leggero, poetico e mai retorico, doloroso, ma anche incredibilmente ironico. Non a caso Rughe ha collezionato numerosi premi ed è diventato un film d’animazione (diretto da Ignacio Ferreras) vincitore del Premio Goya e di numerosi altri riconoscimenti internazionali e persino in lizza per la cinquina finale delle nominations agli Oscar 2012.

Rughe è stato apprezzato anche perché è una grande prova di empatia. Dall’esperimento Emotional World Tour (2009, ed. Tunué 2011), scritto a quattro mani con Miguel Gallardo, Paco Roca riporta una lezione che mostra di aver imparato con il tempo e con il lavoro: scrivere e disegnare significa prima di tutto saper ascoltare gli amici come i lettori, i familiari come gli sconosciuti, perché quel che la gente vive, sente e soffre è quanto di più autentico può esserci in un fumetto.

I lavori di Paco Roca mostrano un altro forte interesse: l’attrazione verso epoche, ambientazioni e immaginari lontani dal proprio presente. La serie pubblicata nel 2003, I figli dell’Alhambra (ed. Planeta De Agostini 2007), combina l’ambientazione andalusa con l’immaginario della pittura francese dell’Ottocento attraverso un intreccio denso di avventura e azione. Dopo questo tentativo, Paco Roca ha intrapreso parallelamente due strade: da una parte, si è impadronito di un linguaggio verbale e visivo marcatamente letterario e ha esplorato questa finzione dichiarata fino a trovare un inaspettato ma tangibile contatto con la realtà quotidiana – è il caso de Le strade di sabbia (ed. Tunué 2009) e La metamorfosis (2011); dall’altra, ha creato delle ricostruzioni storiche dettagliate e precise dove l’episodio di cronaca diviene insegnamento di valore universale – è il caso de Il faro (2004, ed. Tunué 2007), L’inverno del disegnatore (ed. Tunué 2011) e Los surcos del azar, cui sta attualmente lavorando.

Paco Roca prosegue ricerche di diverso tipo, con curiosità e spirito eclettico, con convinzione e professionalità, ma anche con grande franchezza e consapevolezza dei propri limiti. Dopo i premi e gli applausi, Paco Roca è ancora lì, come in una delle ultime vignette della sua autobiografia, Memorie di un uomo in pigiama (2011, ed. Tunué 2012), seduto in pigiama al tavolo da lavoro, aspettando che gli venga in mente una nuova idea.