Claudio Villa - Romics d'Oro 2010

Claudio Villa - Romics d'Oro 2010

 

È stata una meravigliosa scelta e una coraggiosa intuizione quella di Sergio Bonelli quando, nel ruolo di editore, decise di lasciare libertà di stile ai disegnatori che si sarebbero alternati alle matite di Tex con il disegnatore Galleppini. Altrimenti avremmo perso lo straordinario alternarsi di personalità e di interpretazioni differenti che rendono sorprendente l’apertura di ogni albo di Aquila della Notte. Delle interpretazioni di Tex, quella di Claudio Villa è tra le più convincenti perché è seria, decisa, profonda. Il Tex di Villa è umano ed eroico insieme, è insieme vero ed epico, è un Tex che sa come proporre il suo lato fantastico poggiando bene i piedi in terra, con il peso della sua forza e della sua presenza. Claudio Villa ha disegnato sei avventure del ranger bonelliano: la prima è stata “Il ranch degli uomini perduti” su sceneggiatura di Gianluigi Bonelli (pubblicato nel settembre 1986), l’ultima è “Mefisto!” su testi di Claudio Nizzi (pubblicata a cominciare dal luglio 2002), e in queste ha catturato di Tex il realismo e la poesia, l’attenzione ai particolari eppure l’emozione dell’insieme, la spettacolarità della situazione insieme ai sentimenti dei personaggi. Ogni sua vignetta non è mai illustrativa, statica, bella per se stessa, ma tende a narrare, a trasportarci verso l’emozione di quella successiva, come un grande artista del fumetto deve fare. E questa sua capacità è riuscito a trasportarla anche nelle copertine che dal 1994 hanno occupato gran parte del suo tempo. Villa ha sostituito Aurelio Galleppini nelle copertine degli albi di Tex a partire dal n. 140; poi nel 2007, sommando i due impegni, ha iniziato a realizzare anche quelle della collana storica a colori di Repubblica-L’Espresso. Tutte le sue copertine, evocative e ricche di fascino, si fanno ammirare e creano allo stesso tempo quel sentimento di curiosità, di attesa, di suspence che spinge alla lettura, rimanda alle emozioni ancora da raccontare tra le pagine dell’albo. Perché un bel disegno a fumetti non deve essere mai realistico come una fotografia, ma avvicinarsi alla realtà con quel tanto di sospensione, quel distacco che, attraverso la grande capacità tecnica, mostri la partecipazione degli autori, la loro emozione, la loro poesia. È questo il costante miracolo artistico che fa di Claudio Villa uno dei grandi maestri del fumetto italiano.